Monitoraggio della “community” grazie a Monitter, TweetBeep e Tweetlater

Durante l’intervista a Edward Miller su Twitter si è verificata una strana situazione: più tweet inserivamo e più followers (utenti che ci seguivano) avevamo.

La stranezza nasceva dal fatto che per avere 10 followers nei giorni precedenti avevamo dovuto faticare non poco. Cercare gli account che trattassero tematiche attinenti alle nostre, diventare loro following e solo in certi casi vedere ricambiato l’interesse verso i nostri contenuti.

Durante la pubblicazione dell’intervista, invece, i followers arrivavano naturalmente ed il rate temporale di crescita è stato davvero notevole.

Ma come mai? cosa stava succedendo?

Non capivo il meccanismo ma cominciavo a convincermi che  Twitter è uno strumento eccezionale per il WOM (Word of Mouth) o, per parlare come mangiamo, per il Passaparola. 

Non capivo come tanti utenti fossero al corrente in tempo reale della nostra intervista e quasi tutti avessero profili in linea con gli argomenti trattati.

Non capivo come era possibile tutto ciò ma la prima lezione la stavo già imparando e mi dicevo:La prossima volta che inserirai dei tweet, considera la possibilità di farlo scrivendo testi il cui contenuto richiami le tue tematiche o i tuoi servizi. Servirà come catalizzatore per ampliare in modo profilato la community.

Dopo alcune ricerche tra amici, colleghi ed online ho visionato tre interessanti servizi di monitoraggio delle discussioni su Twitter: Monitter, Tweetbeep e Tweetlater ed in breve ve li presento. Vi torneranno sicuramente utili!

Monitter è un servizio che  permette di sapere cosa dice la gente su twitter in tempo reale ! Con Monitter potrete monitorare se i tweet che vengono via via pubblicati contengano o meno delle parole chiave o argomenti di vostro interesse.

TweetBeep permette d’effettuare ricerche all’interno dei messaggi di Twitter con diversi parametri. Dopo una breve registrazione, sarà necessario inserire l’indirizzo di posta elettronica desiderato e il vostro account Twitter per ricevere l’informazione.

Fatto questo potrete configurare le ricerche, o allarmi come vengono definiti dal sito, per keyword, per persona, in funzione della distanza tra voi e chi ha scritto il tweet,  per tweet positivi o negativi e link. 

E’ un servizio di monitoraggio che tiene traccia dei tweet che potrebbero parlare di voi, dei vostri prodotti, della vostra azienda. Tiene traccia e informa anche dei tweet che parlano del vostro sito o blog anche se scritti sotto forma di short-url (vedi bit.ly).

 Tweetlater è un simpatico servizio, gratuito nella sua versione base, per coloro che usano molto Twitter che permette di fare due cose principalmente: programmare i  tweets, di modo che appaiano ad un’ora e un giorno da voi prestabilito e di aggiungere automaticamente coloro che vi aggiungono come amici.

Incoraggio vivamente ad usare questi servizi, vi aiuteranno a monitorare l’evoluzione della vostra rete di contatti. Fatemi sapere cosa ne pensate e segnalate pure gli altri servizi non descritti e che ritenete validi!

 Tra qualche giorno arriveranno le vacanze e forse più tempo per smanettare ed aggiornarsi un pò.

Promozione di Mediabeta grazie a nuove attività di webmarketing

In questi giorni siamo stati impegnati nel lancio del nuovo sito web e dell’account Twitter di Mediabeta prima, e nell’attivazione del blog aziendale subito dopo.

E’ presto per fare le prime valutazioni ma si possono già fare alcuni ragionamenti per rispondere ad alcune domande che ci sono arrivate dai clienti e dai partner:
Abbiamo visto il vostro nuovo sito web. Semplice ed efficace ma non abbiamo capito cosa significhi Seguici su Twitter!; cos’è Twitter? perchè dovremmo seguirvi su Twitter?“.
Altri ci hanno detto: “interessante l’idea di un blog aziendale. Ma come conciliate la redazione dei contenuti con le attività di tutti i giorni?“; ed altri ancora: “quali ritorni vi aspettate dall’uso di questi strumenti?“.

Rispondo a partire da una breve considerazione.
In questi anni il web si è evoluto tantissimo e di pari passo i comportamenti dei nostri clienti. Il cliente oggi si informa, condivide le proprie esperienze con altri clienti, vuole dire la propria sul prodotto, ascolta le esperienze degli altri consumatori, pone domande, aiuta nel trovare soluzioni.
Il solo sito web non ci avrebbe permesso di dare sfogo a questa voglia di partecipazione, di ascoltare meglio i nostri clienti ed avremmo perso una grossa opportunità.

Al sito web www.mediabeta.com abbiamo delegato l’atteggiamento istituzionale sulla storia, i partner ed i servizi di consulenza in web marketing, analisi prestazionali, posizionamento sui motori di ricerca e controllo di qualità web in generale.

Abbiamo scelto Twitter ed il Blog per divulgare e condividere conoscenza, per avere maggior cura dei nostri clienti.

Nello specifico, abbiamo scelto Twitter perchè:
- è una piattaforma molto semplice che permette la messa online immediata di brevi messaggi (massimo 140 caratteri)
detti “twitt” dal verbo “to twitter” (cinguettare).
- i messaggi, detti tweet, sono condivisi contemporaneamente con molti utenti, anche quando il destinatario è uno solo.
- si ha una maggiore divulgazione dell’informazione.

Utenti che non ci conoscono potrebbero trarre giovamento dalle informazioni inviate e diventare nostri followers o, chissà, clienti.
I twitt possono paragonarsi agli SMS, solo che in questo caso la comunicazione non è one-to-one ma one-to-all. Nel caso di un SMS il contenuto è di conoscenza del mittente e del destinatario e tale rimane a meno che non venga re-inoltrato.

I twitt nascono per comunicare “Cosa stai facendo?” e noi stiamo sperimentando nuovi modi per condividere, segnalare iniziative, collegamenti ad articoli o post di approfondimento presenti su blog o siti con altre persone che hanno un account su Twitter e non solo.

Un esempio d’uso di Twitter su cui si discute molto è quello per il Servizio di Customar Care.
Si interagisce con il cliente ma, soprattuto, si rende possibile la partecipazione di altri clienti che hanno lo stesso problema o che lo hanno risolto,

Il customar care diventerà anche lui 2.0, ovvero “partecipativo” e con un approccio dal basso. La qualità e la reatività delle risposte inoltre darà idea delle capacità aziendali.

Qui di seguito condividiamo due presentazioni. La prima è “un’ introduzione ad un sito di microblogging chiamato Twitter” e la seconda si tratta di “Customar care pro-attivo con Twitter“:

View more presentations from James Breeze.

Twitter tuttavia non poteva essere l’unica risposta al nostro bisogno di conversazione con i clienti soprattutto per gli aspetti più divulgativi e di approfondimento.
Per tale motivo abbiamo deciso di curare un Blog aziendale dove i clienti, i partner e tutti gli stakeholder potranno ascoltare e dire la propria.
Per quanto riguarda, invece, le attività di redazione e quelle di tutti i giorni….ci stiamo lavorando per far diventare l’attività di redazione un’attività di tutti i giorni!

Spero di aver risposto alle domande. Forse solo in parte ma con il tempo ed il vostro contributo completeremo. La strada è lunga ed abbiamo appena iniziato a percorrerla. Secondo voi è la strada giusta? Twitter ed il blog aziendale sono gli “strumenti” adatti?

Tempi di visualizzazione della pagina web e posizionamento organico su Google

Con il post di oggi desidero riprendere un tema toccato da Edward Miller, Ceo di Software Research, durante l’intervista della scorsa settimana  “velocità di caricamento di una pagina o di un sito e frustrazione degli utenti.Ma siamo sicuri che solo gi utenti si frustrino? vuoi vedere che anche Google ne tiene conto!

E’ stato dimostrato che un server lento o il lento caricamento di una pagina dalla grafica pesante, possono disturbare l’esperienza dei visitatori e quindi  causare un rimbalzo degli stessi o l’abbandono prematuro del sito. Inoltre, se il sito è troppo lento a rispondere al motore di ricerca in tempi ragionevoli, la pagina potrebbe non essere indicizzata.

Il rate di rimbalzo sta cominciando ad essere preso in considerazione, soprattutto perché si ritiene che sia uno dei tanti parametri di qualità che Google utilizza per posizionare  una specifica pagina o sito nelle pagine dei risultati delle ricerche.

Più lentamente viene caricata una pagina, più alto potrebbe essere il rate di rimbalzo.

E’ verosimile che un alto rate di rimbalzo possa contribuire ad un più lento posizionamento, che è un segnale di scarsa qualità della pagina.

D’altronde, già dal 2008 Google Adwords utilizza il tempo di caricamento di un sito o di una pagina come fattore determinante per attribuire il punteggio di qualità della pagina. Non è una forzatura ritenere che Google, per la parte di ricerca organica,  stia applicando il rate di rimbalzo come un fattore di posizionamento per determinare la posizione di un URL in relazione ad una specifica “query”  del sito.

Google è sempre stato molto chiaro sul fatto che l’obiettivo principale è fornire sempre i risultati più veloci e qualificati alla propria utenza.

Allora la domanda è: “qual’è un buon tempo di caricamento delle pagine per essere certi di star facendo tutto il possibile per andare incontro ai parametri di Google? ma soprattutto non frustrare i nostri utenti?

Qualcuno dice 4 secondi, altri 2 secondi. Qual’è la vostra esperienza? e come state monitorando i tempi di visualizzazione di una pagina e le sue correlazioni con il posizionamento organico su Google?

Intervista ad Edward Miller per scoprire eValid, la suite per il controllo della qualità web - Seconda parte

D: Edward, eValid appare in prima istanza come un browser reale. E’ solo questo, o c’è dell’ altro? ha altre funzionalità?
R:
Infatti eValid è’ un browser, da cui puoi navigare il “world wide web”. Ma non lasciarti ingannare dalla sua apparente facilità. È un’intera Suite di Web Analysis e QA, con cinque componenti principali.
Abbiamo voluto che fosse semplice da usare e comprensibile sia dai non programmatori che dai professionisti di Quality Assurance (QA).
Poichè il motore di ricerca è costruito all’interno del browser, eValid guarda alle applicazioni web da dentro. È perciò il modo ideale per testare applicazioni web complesse, comprese le applicazioni AJAX.
Grazie alla sua architettura unica, eValid può occuparsi di una serie di applicazioni, come Functional Testing, Regression Testing, Server Loading, Rich Internet Application Monitoring e anche Site Analysis.
Quest’ultima modalità di testing, il Site Analysis, permetterà di analizzare e di scansionare un sito per intero e produrre rapporti tridimensionali interattivi. Mostrerà la struttura e le interdipendenze, mostrando i colli di bottiglia e i link rotti.
Ma, allo stesso tempo, puoi usare eValid per testare il limite della capacità di carico del tuo server.
È perciò una soluzione molto economica in questi tempi difficili per l’ economia, perchè da un solo un acquisto e con un solo sistema, puoi risolvere molti dei tuoi problemi di applicazioni web e/o prestazioni.

D: Qual’è la tecnologia che sta alla base di eValid? Avete depositato un brevetto?
R:
Il brevetto su eValid è stato appena rilasciato. La nuova tecnologia eValid è adesso una tecnologia brevettata.
eValid è browser-based e questo gli permette di “guardare” ai funzionamenti interni delle applicazioni web, il DOM, i problemi di sincornizzazione che causano il fallimento di molte applicazioni AJAX.
Inoltre tutte le soluzioni che eValid offre, sono riconosciute dall’Ufficio Brevetti Americano.

D: Esistono tanti software che permettono test di carico per lo studio delle prestazioni del web server, ed alcuni sono gratuiti. In cosa eValid è diverso da queste applicazioni ed in cosa si rende unico?
R:
eValid non ha utenti virtuali, riporta risultati come l’utente finale li sperimenta e soprattuto dalla prospettiva del cliente.
Non riporta solo se il sito ha problemi ma anche quale pagina web, quale frammento di codice in quella pagina, o il tempo di caricamento di un’immagine sulla pagina.
Tutto ciò può essere fatto solo se queste misurazioni delle prestazioni vengono prese da un browser reale!
Ogni elemento della pagina può essere visto, monitorato e riportato indipendentemente. Non è possibile avere questa accuratezza da un “wrapper” intorno a un browser o da un proxy. Con questi metodi, è come se volassi bendato. Non c’è paragone.
I dati consegnati da eValid sono più accurati e veramente rappresentativi dell’esperienza dell’utente finale.
Questa differenza conta veramente se si vogliono conoscere le esperienze dei visitatori sul nostro sito – e questo è principalmente quello che fa la differenza in eValid.

Qui di seguito alcuni link chiave per i lettori che vogliano avere maggiori informazioni su eValid:
- per una descrizione generale di eValid visitate il sito eValid , dove troverete una gran quantità di dettagli sul prodotto e le sue applicazioni.
- per informazioni aggiornate sul prodotto e le sue applicazioni potete leggere il Blog eValid.
- c’è un buon “white paper” su Web Application Testing .
- per dettagli sui motivi che sono alla base dell’utilizzo di tecnologia InBrowser per l’implementazione di eValid, guardate “Why is browser mode operation Important” .
- per informazioni sull’utilizzo di eValid in un contesto di server loading, guardate “WebSite loading and capacity analysis”.
- per vedere cosa gli utenti di eValid stanno dicendo potete controllare il Forum.

Prima parte dell’intervista a Edward Miller, ideatore di eValid il browser per le analisi prestazionali delle applicazioni web

Diamo il benvenuto a Edward Miller sul nostro blog “laricercadellavisibilità”. Edward è il CEO di Software Research l’azienda cha ha sviluppato il browser eValid, un vero e proprio strumento per la navigazione ma soprattutto per l’analisi prestazionale delle applicazioni web.

D.: Edward raccontaci qualcosa della tua società, come e quando è stata fondata? come è venuta l’idea di sviluppare eValid?
R.: Software Research (S.R.) ha iniziato nel 1985 come società di consulenza e servizi, e presto abbiamo scoperto che molte aziende avevano affrontato problemi simili nei loro dipartimenti di Quality Assurance (Q.A.):
il bisogno di testare i loro prodotti prima di rilasciarli sul mercato (o affrontare seri problemi finanziari e di relazioni pubbliche in caso di non funzionamento);
ognuno si domandava: qual’è la via migliore per testare? Come si può automatizzare il testing e far risparmiare dei soldi all’azienda?

Da queste due esigenze abbiamo sviluppato la prima “suite” automatica per l’ambiente client–server, chiamata TestWorks.
Non appena l’ambiente è cambiato e molte applicazioni sono diventate “web centric”, fin dal 1999 abbiamo spostato il nostro focus su questi nuovi media e applicato tutta la nostra conoscenza ed esperienza a fare prove per lo sviluppo della Suite eValid.
La caratteristica unica di eValid è che il motore di ricerca è interamente costruito ”dentro” il browser IE (Internet Explorer). Era il passo logico e naturale da fare. È una soluzione dolce per un problema veramente serio.

D.: Ma è davvero cosi importante monitorare le performance dei webserver?
R.: Assolutamente si.
I web server non sempre sono affidabili o funzionano bene, 24 ore al giorno tutti i giorni. Regolarmente si verificano ogni sorta di interruzioni, e questo può risultare molto critico per attività come rivenditori, inserzionisti, giornalisti. E’ importante rilasciare contenuti senza ritardo o si potrebbe causare frustrazione nel pubblico.

Le vendite delle aziende e la loro reputazione dipendono da questa affidabilità.
Il monitoraggio deve quindi verificare tre cose: la disponibilità affinchè il server sia up per il 99,99% del suo tempo; il rendimento, qual’è il tempo di risposta della vostra specifica applicazione, per localizzare il collo di bottiglia attuale; la scalabilità delle vostre applicazioni, così da poter essere sicuri che si adeguino alle variazioni di carico dovute agli utenti previsti.

Verificare, in tempo reale e su base continua, le prestazioni e la qualità dei risultati cosi come le percepisce l’utente finale del vostro sito è una necessità, non un lusso.

D.: Se un sito web risponde con tempi lunghi, è un problema serio? Quanti secondi di attesa prima di poter affermare che il tempo è eccessivo, 5, 10  o 20 secondi?

R.: La cosa divertente è che il tempo che l’utente – tuo potenziale cliente – è disposto ad aspettare per scaricare una pagina diventa sempre più breve.
Guardiamo indietro ai siti costruiti appena un paio di anni fa.
I webmaster creavano pagine con apertura fantasiose, con belle immagini animate e storie; ma la pagina piena di Java script poteva impiegare 20 sec ed oltre per essere scaricata e mostrata. E la gente aspettava, ma la novità di una pagina di apertura graziosa scompare velocemente.
Con gli odierni ritmi frenetici, nessuno ha tempo. Alcuni studi hanno dimostrato che la tua pagina di apertura deve essere lì in 2 sec o, al massimo, 3 sec., o la gente se ne va.

Per ora ci fermiamo qui, abbiamo messo molta carne sul fuoco. Tra qualche giorno la seconda parte dell’intervista e tra le varie curiosità parleremo:
di eValid, della sua tecnologia e di come può tornare utile per verifica le performance dei siti web.

Le sue informazioni ci potrebbero dare indicazioni utili per il quality score di Google?